In occasione della celebrazione della Giornata della memoria 2025 ed in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Spagna e il Centro Sefarad-Israel, lunedì 27 gennaio, alle ore 19.30, l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid proietterà il documentario “La strada di Levi” (Italia, 2006, 92 minuti, per la regia di Davide Ferrario, con sceneggiatura di Davide Ferrario e Marco Belpoliti).
Dopo la liberazione dal campo di sterminio di Auschwitz, il 27 gennaio 1945, Primo Levi intraprese un lungo viaggio attraverso l’Europa per tornare a casa, in Italia. Il regista Davide Ferrario e lo scrittore e sceneggiatore Marco Belpoliti ripercorrono quei seimila chilometri che separavano Levi da Torino, confrontando l’Europa descritta nelle sue pagine con quella contemporanea. Nel film, Ferrario insieme a Belpoliti (soggettista e curatore delle opere di Primo Levi) si mettono in viaggio da Auschwitz a Torino per ripercorrere l’itinerario narrato dallo scrittore in “La tregua”. Il cortocircuito tra passato e presente produce un film di grande forza visiva ed emotiva. Il film si avvale della voce narrante di Umberto Orsini e con la partecipazione di Mario Rigoni-Stern.
Davide Ferrario già durante gli studi comincia a occuparsi di cinema come critico e saggista. In parallelo avvia l’attività di distributore per la cooperativa “Laboratorio 80”. Si cimenta anche come agente per alcuni registi americani come Jim Jarmusch e John Sayles. Del 1982 è una monografia su Rainer Werner Fassbinder (Il Castoro). Nel 1987 esordisce alla regia con il cortometraggio “Non date da mangiare agli animali”. Nel 1989 viene presentato il suo primo lungometraggio “La fine della notte”. Nel 1997 Ferrario dirige “Tutti giù per terra”, che diventa un successo sia in Italia che nei festival internazionali. Nel 1999 esce “Guardami”, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. In seguito, Ferrario fonda la sua compagnia di produzione “Rossofuoco”, che esordisce con “Dopo mezzanotte”, presentato al festival di Berlino del 2004. Parallelamente ai film a soggetto, Ferrario ha sempre realizzato documentari, tra i quali “Lontano da Roma” (1992), “American Supermarket” (1994), “Loro” (1997). Della seconda metà degli anni ’90 è una trilogia sulla Resistenza. Seguono “Sul quarantacinquesimo parallelo” (1997), “Linea di confine” (2000) e “Mondonuovo” (2003). Del 2006 è “La strada di Levi”. Negli ultimi anni, Ferrario ha girato una trilogia sulla storia italiana. Del 2015 è “L’accademia Carrara – il museo riscoperto”. Nel 2024 è uscito “Italo Calvino nelle città”, in collaborazione con Marco Belpoliti. Il suo primo romanzo, “Dissolvenza al nero” (Longanesi, 1994) è un noir incentrato sulla figura di Orson Welles. Il secondo romanzo, “Sangue mio” (Feltrinelli, 2010) ha vinto il Premio Bergamo.
Marco Belpoliti si laurea presso l’Università di Bologna nel 1978, discutendo una tesi in Semiotica con Umberto Eco. Insegna Sociologia della letteratura, Letteratura italiana ed Arti visive presso l’Università di Bergamo. Dagli anni’80 collabora con diversi settimanali e quotidiani, tra i quali “il manifesto”, “La Stampa” e “la Repubblica”. Nel 1986 il suo racconto “Confine: vite immaginarie del clown” diventa uno spettacolo per il Teatro delle Albe. Nel 1997 ha curato l’edizione critica delle Opere di Primo Levi, uscita presso Einaudi, e successivamente, dello stesso autore, una serie di volumi: “Conversazioni e interviste 1963-1987”; “L’ultimo Natale di guerra”; “L’asimmetria e la vita: Articoli e saggi 1955-1987”; “Tutti i racconti”. Nel 1998 ha pubblicato un volume dedicato a Primo Levi per l’editore Bruno Mondadori. Ha collaborato alla sceneggiatura del film di Davide Ferrario “La strada di Levi”. A partire dal 2008, ha pubblicato diversi libri incentrati sulla lettura per immagini dei leader politici. È fondatore e direttore editoriale con Stefano Chiodi del sito culturale “Doppiozero”. L’attività critica su Primo Levi prosegue con il saggio “Primo Levi di fronte e di profilo” (Guanda, 2015). Negli anni successivi, Belpoliti cura per Einaudi una nuova edizione delle Opere complete di Primo Levi, con i primi due volumi pubblicati nel 2016 ed il terzo nel 2017. Queste opere costituiscono un riferimento indiscusso su cui si appoggiano tutti gli studi critici su Primo Levi. Con il romanzo “Pianura”, Belpoliti vince nel 2021 il Premio Dessì ed il Premio Comisso.
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